Intervista a Melissa Panarello.
Rosa ha quarantadue anni, un compagno che la ama, un carattere testardo e vulnerabile fatto di paure dissimulate e incrollabili volontà, di solitudine e selvatico coraggio. Rosa, che non parla più con sua madre da anni, ora madre sta per diventare lei, e, con la certezza di voler essere diversa da quella figura tanto fredda e incostante che l’ha segnata nel profondo, scruta con amore il calore che porta dentro per indovinare cosa sarà di lei. Agata è poco più che una ragazzina, un corpo acerbo, un carattere incompiuto, l’arrendevolezza alla vita di chi ancora non sa cosa farne. È così che sposa Saverio, credendo che non esista alternativa a ciò che il destino ha apparecchiato per lei, pure se innamorarsi doveva essere altra cosa, pure se aspetta un figlio senza davvero sapere perché, semmai lo ha voluto davvero. Rosa e Agata non potrebbero essere più diverse, ma vivono entrambe in un corpo che dopo aver confidato loro il più potente dei segreti non potrà più tornare indietro, accompagnandole oltre una soglia che le cambierà per sempre. Due cammini paralleli che si intrecciano fino a completarsi, un’unica storia sulla forza radicale del venire al mondo, sul legame inestinguibile dei sentimenti più istintivi, sulla possibilità di nascere ancora, nascendo madre, ogni volta che in qualche modo lo si diventa o si torna a esserlo. “Il primo dolore” di Melissa Panarello è edito da “La nave di Teseo”. Incontro al Salone del Libro di Torino.