Intervista a Francesco Carofiglio.
Estate sinonimo di bellezza, dieci anni sinonimo di bellezza e purezza dell’età dell’innocenza. Questo “incanto” riguarda una bambina, Miranda, mentre lei non sa che il mondo è alla vigilia di una tragedia, è infatti l’estate del 1939. L’entusiasmo nei preparativi per la partenza, per la vacanza in campagna, da Firenze Miranda e la madre partono per la casa del nonno sulle colline pistoiesi. Appare come una villeggiatura, è invece una fuga, eppure per l’ignara bambina sarà l’estate più bella della sua vita. La descrive Francesco Carofiglio nel suo romanzo “L’estate dell’incanto”, incanto non soltanto come grazia, bellezza, anche inteso come incantamento. Le corse in bicicletta, le avventure, il primo, innocente bacio con il figlio del fattore. E poi il bosco, che ricorre nei romanzi dell’autore, come luogo di paura ed attrazione al tempo stesso. Così come il bosco ricorre misteriosamente nei quadri del nonno, custoditi nel laboratorio dove nessuno può accedere. Ritroviamo Miranda ottanta anni dopo, novantenne, donna di forte vitalità che ha vissuto appieno la propria esistenza. Anche in questo romanzo l’importanza dell'”immagine visiva”, Francesco Carofiglio architetto, illustratore, che durante una gioventù attoriale con Giorgio Albertazzi, Massimo Venturiello e molti altri, ha maturato anche esperienze di regia e scenografia. Come pure ha scritto per il cinema e la televisione, molto apprezzata la sceneggiatura di “Il passato è una terra straniera” di Daniele Vicari, con Elio Germano e Michele Riondino. La curiosità e la ricerca artistica di Francesco Carofiglio non si sono fatte mancare nemmeno il lavoro in coppia con il fratello Gianrico, anch’esso scrittore di successo, con la graphic novel “Cacciatori nelle tenebre” (2007) e “La casa nel bosco” (2014). “L’estate dell’incanto” di Francesco Carofiglio, edito da Piemme, dal 24 settembre in libreria.